Negli ultimi anni in Italia il numero degli stranieri in età scolare è aumentato per la legge sul ricongiungimento. I bambini stranieri hanno lo stesso diritto-dovere allo studio di cui godono i bambini italiani. L’obbligo scolastico per tutti gli alunni (italiani e stranieri) si estende ad almeno 12 anni o, comunque, sino al 18° anno di età o sino al conseguimento di una qualifica professionale.
Tenuto conto che gli alunni stranieri provengono da ordinamenti scolastici diversi dall’ordinamento italiano è assolutamente necessario che al momento dell’inserimento di un bambino straniero nella classe si valutino bene le competenze, le abilità e i livelli di preparazione del bambino. Inoltre, si deve tener conto che la lingua italiana per un alunno straniero non è la sua madre lingua.
A Rimini l’integrazione scolastica degli alunni stranieri è attentamente seguita dall’amministrazione territoriale in sinergia con le associazioni di volontariato impegnate nelle
attività di integrazione degli immigrati.
Inoltre a Rimini esiste una struttura unica a livello regionale: il Centro Pedagogico per l’Integrazione dei servizi, un luogo di raccordo pedagogico con la funzione di rete dei servizi a sostegno delle scuole. Tra le linee di programmazione del CPIS un posto importante è occupato dalla problematica dell’integrazione dei bambini stranieri.
Il Programma di Intervento per l’Integrazione degli alunni stranieri è un progetto nato in collaborazione con CPIS e approvato dall’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Rimini e dei Comuni del Distretto Sud (capofila Riccione). Viene gestito operativamente dalle associazioni Arcobaleno e Caritas.
La dott.ssa Simona Smanio, coordinatrice del progetto, ci spiega meglio quali sono le linee di intervento: “l’educazione interculturale, molto importante per una convivenza civile, è un processo che si costruisce attraverso l’interazione tra più soggetti e nell’esperienza quotidiana”. In questa ottica, il Programma di Intervento per l’Integrazione degli alunni stranieri propone azioni per gli alunni che si inseriscono per la prima volta nella scuola italiana e che non conoscono l’italiano, o la conoscono in misura inadeguata. Il Programma Prevede anche la creazione di un Gruppo Operativo di Accoglienza composto da operatori scolastici che entrano in rapporto diretto con l’alunno straniero e la famiglia e operatori esterni (Mediatore interculturale e Educatore interculturale). Questo Gruppo ha il ruolo di avviare in concreto un processo di integrazione dal momento dell’iscrizione e dell’inserimento nella classe al percorso dell’acquisizione di competenze linguistiche.
Tra le azioni proposte: monitoraggio degli alunni stranieri, corsi intensivi di lingua italiana, corsi di formazione per l’insegnamento dell’italiano come seconda lingua, intervento dei mediatori interculturali e degli educatori interculturali, creazione di un fondo di materiali didattici (pacchetti multimediali per l’integrazione, libri per imparare l’italiano, testi di intercultura, testi scolastici e cancelleria per i bambini stranieri che si trovano in condizionieconomiche disagiate) e attività extrascolastiche.
Più che l’integrazione, afferma la dott.ssaSmanio, “si sente il bisogno del passaggio alla partecipazione. I genitori italiani e stranieri devono essere coinvolti attivamente e “educati” nel spirito dell’interculturalità che caratterizza sempre di più il nostro mondo globalizzato”.
Rimini è quindi uno dei comuni dove l’intercultura viene vissuta attivamente grazie alla stretta collaborazione tra l’amministrazione territoriale, le scuole, le associazioni di volontariato per gli immigrati, le associazioni di mediatori interculturali e i cittadini italiani.
Certamente c’è ancora da lavorare, però ci sono tante iniziative che contribuiscono alla maggiore integrazione degli stranieri nel tessuto sociale riminese. Iniziative mirate ad una conoscenza reciproca tra italiani e stranieri (come tanti laboratori, che si organizzano nelle scuole, di presentazione dei paesi di provenienza dei bambini immigrati, e tengo a ricordare in questo senso anche l’associazione Etnos).
I bambini stranieri di Rimini sono una risorsa importante per il futuro e per la cui educazione deve essere coinvolta l’intera comunità di italiani e stranieri.
Raluca Albu
Tenuto conto che gli alunni stranieri provengono da ordinamenti scolastici diversi dall’ordinamento italiano è assolutamente necessario che al momento dell’inserimento di un bambino straniero nella classe si valutino bene le competenze, le abilità e i livelli di preparazione del bambino. Inoltre, si deve tener conto che la lingua italiana per un alunno straniero non è la sua madre lingua.
A Rimini l’integrazione scolastica degli alunni stranieri è attentamente seguita dall’amministrazione territoriale in sinergia con le associazioni di volontariato impegnate nelle
attività di integrazione degli immigrati.
Inoltre a Rimini esiste una struttura unica a livello regionale: il Centro Pedagogico per l’Integrazione dei servizi, un luogo di raccordo pedagogico con la funzione di rete dei servizi a sostegno delle scuole. Tra le linee di programmazione del CPIS un posto importante è occupato dalla problematica dell’integrazione dei bambini stranieri.
Il Programma di Intervento per l’Integrazione degli alunni stranieri è un progetto nato in collaborazione con CPIS e approvato dall’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Rimini e dei Comuni del Distretto Sud (capofila Riccione). Viene gestito operativamente dalle associazioni Arcobaleno e Caritas.
La dott.ssa Simona Smanio, coordinatrice del progetto, ci spiega meglio quali sono le linee di intervento: “l’educazione interculturale, molto importante per una convivenza civile, è un processo che si costruisce attraverso l’interazione tra più soggetti e nell’esperienza quotidiana”. In questa ottica, il Programma di Intervento per l’Integrazione degli alunni stranieri propone azioni per gli alunni che si inseriscono per la prima volta nella scuola italiana e che non conoscono l’italiano, o la conoscono in misura inadeguata. Il Programma Prevede anche la creazione di un Gruppo Operativo di Accoglienza composto da operatori scolastici che entrano in rapporto diretto con l’alunno straniero e la famiglia e operatori esterni (Mediatore interculturale e Educatore interculturale). Questo Gruppo ha il ruolo di avviare in concreto un processo di integrazione dal momento dell’iscrizione e dell’inserimento nella classe al percorso dell’acquisizione di competenze linguistiche.
Tra le azioni proposte: monitoraggio degli alunni stranieri, corsi intensivi di lingua italiana, corsi di formazione per l’insegnamento dell’italiano come seconda lingua, intervento dei mediatori interculturali e degli educatori interculturali, creazione di un fondo di materiali didattici (pacchetti multimediali per l’integrazione, libri per imparare l’italiano, testi di intercultura, testi scolastici e cancelleria per i bambini stranieri che si trovano in condizionieconomiche disagiate) e attività extrascolastiche.
Più che l’integrazione, afferma la dott.ssaSmanio, “si sente il bisogno del passaggio alla partecipazione. I genitori italiani e stranieri devono essere coinvolti attivamente e “educati” nel spirito dell’interculturalità che caratterizza sempre di più il nostro mondo globalizzato”.
Rimini è quindi uno dei comuni dove l’intercultura viene vissuta attivamente grazie alla stretta collaborazione tra l’amministrazione territoriale, le scuole, le associazioni di volontariato per gli immigrati, le associazioni di mediatori interculturali e i cittadini italiani.
Certamente c’è ancora da lavorare, però ci sono tante iniziative che contribuiscono alla maggiore integrazione degli stranieri nel tessuto sociale riminese. Iniziative mirate ad una conoscenza reciproca tra italiani e stranieri (come tanti laboratori, che si organizzano nelle scuole, di presentazione dei paesi di provenienza dei bambini immigrati, e tengo a ricordare in questo senso anche l’associazione Etnos).
I bambini stranieri di Rimini sono una risorsa importante per il futuro e per la cui educazione deve essere coinvolta l’intera comunità di italiani e stranieri.
Raluca Albu
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