La farsa che sta vivendo l'Italia da un po' di tempo sembra non aver mai fine, anzi, si complica, si articola in mille trame che hanno come risultato un clima non sereno in cui, purtroppo, rischiamo di diventare pupazzi inanimati che rispondono solo per inerzia delle funi che ci muovono in su, in giù, a destra o a sinistra.
Faccio riferimento alle politiche economiche e migratorie di questo paese, politiche che sembrano clamorosamente fallite. Viviamo un momento difficile: lavoratori che perdono il posto di lavoro, precari che da un giorno ad altro sono mandati a casa, giovani cui viene negato il futuro, gente che non ha più fiducia nelle istituzioni dello stato, politici accecati dal potere, gente assetata di giustizia e fiducia in un futuro migliore. Non posso credere che in questo clima si parli, giorno dopo giorno, solo dei così detti “stupri etnici”, il decreto antistupro, gli stranieri trasformati in streghe da bruciare, traffico di organi, sfruttamento della prostituzione, sicurezza arrivata a livello di bandiera di partito. Ho paura che in queste nuove condizioni verranno messi in discussione tutti gli sforzi realizzati in anni di buona convivenza tra italiani e nuovi arrivati, che l'arricchimento culturale che ci ha resi più consapevoli che insieme “si può fare” perda valore e significato. E siccome “il sonno della ragione genera mostri” mi auguro che scenari, che adesso ci appaiono quasi fantasmagorici, non diventino realtà quotidiana: la paura dei vicini di casa, la reticenza davanti ad una faccia di un altro colore, lo sguardo lungo su un viso velato, cambio del marciapiede quando si sente un accento straniero, scelta della scuola senza bambini stranieri. Non posso invece ignorare alcune misure come l'esercito nelle città, Lampedusa trasformata in campo di concentramento, gli accordi presi con i regimi dittatoriali del nord Africa, le ronde cittadine che “collaborano” con le forze dell'ordine, che rientrano tutte nelle politiche di chiusura realizzate o annunciate. Diffusa a largo livello, la “cattiveria” dichiarata dal governo contro i clandestini inizia ad avere i suoi frutti. Ripetuti episodi di razzismo, le aggressioni gratuite contro gli stranieri, le istigazioni alla violenza contro gli immigrati sotterrano senza rimpianti le politiche di integrazione di cui si era tanto parlato e di cui l'Italia era talmente fiera. Si usano in tal senso tutti i mezzi di informazione tradizionali ma anche moderni, come internet. Basta collegarsi al famoso sito facebook. Digitate: straniero, albanese, romeno, marocchino, immigrato, zingaro e vi si svelerà un paesaggio variopinto di gruppi (“Basta immigrati”, “Stop agli immigrati”, “Immigrati fuori dalle p..”, “Immigrati? Non se ne può più”, “Quelli che odiano i romeni”, “Fuori i romeni dall'Italia”) tutti semi portati dal vento di diffidenza e di insicurezza che inizia a soffiare in Italia.
La società italiana ha avuto le forze per reagire a questo nuovo clima. Ne è prova il NO categorico dei medici e degli infermieri che si rifiutano di denunciare i clandestini e le mobilitazioni annunciate in questo senso, lo sforzo quotidiano dei lampedusani che soccorrono in mare “i sognatori di libertà”, gli insegnanti che promuovono il dialogo e la buona convivenza tra alunni italiani e stranieri, la chiesa che prende posizione nella difesa dei diritti umani per tutti, le associazioni che mettono il loro lavoro a disposizione di coloro che devono regolarizzare la loro permanenza in Italia, gente comune che sa che straniero non vuol dire delinquenza, ma risorsa.
L'inverno passerà in fretta e il clima con tendenze ghiacciate svanirà come un brutto sogno, ma non si dovrà mai dimenticare cosa voglia dire società democratica e quali siano i suoi valori, affrontare con serietà i veri problemi dell'Italia quali la mancanza di lavoro, la flessibilità trasformata in precarietà, il futuro dei giovani, le politiche per i nuclei familiari, le vere politiche di integrazione degli immigrati, l'accesso all'informazione per tutti e sostituire un apparato burocratico lento con la modernità degli strumenti offerti da questo secolo, ovvero internet. Ridimensionare tutto a misura d'uomo a prescindere della nazionalità, del colore della pelle, della fede e orientamenti sessuali. Credo nell'Italia dove la libertà individuale è il principio che governa tutto, nella cornice della separazione dei poteri nello stato.
Raluca Albu
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