17.05.2020 Rimini -10 saptamani

Era 8 Marzo e Rimini si svegliava con il dramatico epiteto di "zona rossa". Da un giorno all'altro eravamo bloccati nella propria provincia. Gran parte dei riminesi ha passato l'ultimo giorno di semilibertà come una qualunque domenica, al porto, a prendere uno spritz o un caffè insieme agli amici. Non dimenticherò mai quel 8 Marzo. Per me, sarà per sempre il primo giorno della "epoca covid". L'ultimo pranzo in famiglia, l'ultimo viaggio in macchina incuranti del divieto di uscire dal territorio provinciale, un tramonto memorabile.

Sono passate dieci settimane da quel giorno, tempo che ho voluto comprimere nel mio diario. Ho iniziato a scrivere per tranquillizzare i miei genitori, amici e parenti romeni lontani. Troppe informazioni inesatte per quanto riguardava la situazione in Italia invadevano i giornali romeni. Stava diventando tutto molto serio. Ogni sera mi sono ritagliata un piccolo spazio per me, provando a annalizzare e capire cosa stava succedendo, come stava cambiando la mia vita. Ho voluto condividere con tutti i miei amici e parenti questo periodo brutto. E' stata una vera terapia. Ho esperimentato sentimenti come l'incredulità, la paura, ho provato ad incoraggiare gli altri, ottimismo e pessimismo, rivolta e fiducia, inquietudine, la speranza che tutta andrà bene quando tutto andava nel verso opposto. Ho seguito tutti i bollettini della Protezione Civile, le conferenze stampa del nostro presidente del consiglio. Mi si è gelato il sangue nelle vene quando ho sentito per la prima volta in strada la voce metallica che ci chiedeva di restare a casa. Ho iniziato ad amare la mia città assopita, il suo misterioso silenzio, i suoi abitanti diventati ombre discrete.

La pandemia ci ha uniti tutti, anche se eravamo lontani gli uni dagli altri, perché vivevemo tutti lo stesso evento storico. Però no, non eravamo tutti nella stessa barca. Di sicuro la nostra barca era molto più confortevole rispetto a quella di coloro che hanno vissuto la pandemia negli ospedali o nei ripari improvvisati, nei campi profughi senza i più elementari servizi igienici e acqua.

Da domani, in Italia, non riprenderemo le nostre vite da dove le avevamo lasciate, ma le adatteremo alle nuove condizioni che includono la convivenza con i coronavirus.
10 settimane sono molte e, allo stesso tempo, poche, per poter imparare qualcosa, ma sono sufficienti per farti emozionare quando rivedi, di nuovo, il mare.


------limba romana----------

Era 8 martie si Rimini se trezea incredula in zona rosie. De la o zi la alta, eram blocati in propria provincie. Majoritatea riminezilor si-au petrecut ultima zi de semilibertate ca orice duminica, in port, la un spritz sau o cafea, impreuna cu prietenii. Nu o sa uit niciodata acel 8 martie. Pentru mine, ramane prima zi a "epocii covid". Ultimul pranz cu toata familia, ultima calatorie in masina sfidand interdictia iesirii din teritoriul provincial, un apus de soare memorabil. 

Au trecut 10 saptamani de atunci, pe care am incercat sa le rezum in jurnalul meu. Am inceput sa scriu pentru a-i linisti pe parintii, rudele si prietenii mei romani de acasa si din strainatate. Circulau informatii imprecise in legatura cu Italia. Situatia se inrautatea. In fiecare seara aveam o intalnire cu mine insami, incercand sa inteleg cat mai bine ce se intampla si cum viata mea se schimba incet incet, impartasind cu totii trairile mele. A fost o adevarata terapie. Am experimentat incredulitatea, frica, am incercat sa-i incurajez pe altii, optimism si pesimism, razvratire si incredere, neliniste, speranta ca totul va fi bine cand totul era exact invers. Am ascultat buletinele protectiei civile, conferintele de presa ale premierului nostru. M-au trecut fiorii cand, pentru prima data, am auzit in strada vocea metalica ce ne cerea sa ramanem acasa. Am inceput sa iubesc orasul meu adormit, linistea sa misterioasa, locuitorii sai deveniti umbre discrete. 

Pandemia ne-a unit pe toti, chiar daca eram departe unii de altii, pentru ca traiam cu totii acelasi eveniment istoric. Dar nu, nu eram cu totii in aceeasi barca. Cu siguranta barca noastra era mult mai confortanta decat a celora care au experimentat pandemia in spitale sau in adaposturi improvizate, in campuri de refugiati fara cele mai elementare servicii de igiena si apa.

De maine, in Italia, nu ne vom relua vietile de unde le-am lasat, ci le vom adapta la noile conditii ce includ convietuirea cu virusul corona. 
10 saptamani sunt multe si putine ca sa inveti ceva, dar e un timp suficient pentru te emotiona atunci cand revezi din nou marea.



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