Un comune futuro

Quello del 2007 è diventato il “Capodanno dell’Integrazione” per i romeni e i bulgari che dopo tanti anni hanno visto avverarsi il loro sogno di diventare membri dell’Unione Europea.
Un processo di adesione duro visto il gap che il regime dittatoriale ha creato tra i due paesi e l’Europa Occidentale, gap che le giovani democrazie romena e bulgara sono riuscite a superare.
E’ un momento storico per i due paesi balcanici che segna la riunificazione dell’Europa Occidentale e l’Europa Orientale.
Certo, questo evento ha creato reazioni pro e contro. C’è chi teme un’invasione di lavoratori
romeni e bulgari in Europa, c’è chi esprime preoccupazione per quanto riguarda la delocalizzazione delle imprese sempre più verso l’est e l’estremo Oriente, c’è chi invece è contento che non dovrà più pagare dazi doganali, c’è chi si risparmierà tutta la burocrazia da affrontare per poter assumere un lavoratore romeno o bulgaro.
Non dimentichiamo però che gli stessi punti interrogativi se li era posti l’Unione Europea nel maggio del 2004 quando da 15 stati membri si era estesa a 25. Falsi problemi che sono stati demoliti dal desiderio dei popoli di questi paesi di passare dallo stato di “cittadini europei di secondo grado” allo stato di veri cittadini europei. I progressi fatti dalla Slovenia hanno permesso la sua entrata nella “zona euro” dal 1 gennaio 2007. I nuovi cittadini europei affrontano con molto entusiasmo le sfide, malgrado i problemi che devono superare: l’aumento dei prezzi, i limiti all’accesso delle merci sul mercato europeo per inadempimento delle condizioni europee di produzione,ecc.
I vari paesi dell’unione Europea hanno adottato diverse procedure per regolare il lavoro ed il soggiorno dei nuovi cittadini della UE almeno per i primi due anni.
Per quanto riguarda l’Italia, il Consiglio dei Ministri ha già preso alcune misure per regolare il regime dei romeni e bulgari che lavorano o desidereranno lavorare in Italia.
Si è decisa l’apertura delle frontiere per i lavoratori dei settori agricolo, turistico -alberghiero, edilizio, metalmeccanico, lavoro domestico e di assistenza alla persona, lavoro dirigenziale e altamente qualificato, lavoro stagionale. Significa che i lavoratori romeni e bulgari saranno trattati come i lavoratori italiani e non avranno più bisogno di rivolgersi allo Sportello Unico per
l’Immigrazione. Un lavoratore romeno o bulgaro dovrà solamente richiedere, in base ad un contratto di lavoro e facendo prova di un alloggio idoneo, la carta di soggiorno.
Per quanto riguarda gli altri settori di attività, si è prevista una procedura semplificata per i datori di lavoro che vogliono assumere lavoratori romeni o bulgari: il nulla osta richiesto tramite raccomandata agli Sportelli Unici per l’Immigrazione della provincia dove sarà svolta l’attività lavorativa. Dopo il nulla osta il lavoratore romeno e bulgaro potrà richiedere la carta di soggiorno.
I romeni e i bulgari entreranno in Italia utilizzando la carta d’identità. Non potranno essere più espulsi, solo allontanati per motivi di ordine e sicurezza pubblica o di sanità pubblica.
I titoli di studio ottenuti in Romania sono riconosciuti sul territorio dell’Unione Europea. Inoltre, gli avvocati, gli architetti, i contabili e i liquidatori potranno praticare liberamente il loro mestiere nell’U.E
Adesso che ci avvicina di più l’appartenenza alla grande famiglia europea speriamo che la convivenza tra italiani, romeni e bulgari sia sempre più consolidata e che l’integrazione di questi cittadini avvenga con meno difficoltà …siamo tutti cittadini europei!
Raluca Albu

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