Curry contro soffritto di cipolle

Articolo pubblicato nell'inserto Chiamami Cittadino n.609/2009 del giornale Chiamami Città

Molte volte gli odori e i profumi ci fanno tornare in mente ricordi di terre lontane. Il curry, lo zenzero, il cumino, i chiodi di garofano, la cannella ci portano con la mente in Asia o in Africa. Ma se questi odori si propongono la mattina quando di solito ti godi un bel caffé? O appena uscito dal tuo appartamento? O tardi nella notte d’estate quando ti vuoi immergere nel bel fresco? Molti italiani si limitano a chiudere le finestre con la speranza che l’ora del cucinare passi veloce. Tanti si chiedono incuriositi “cosa bolle in pentola” nel vero senso della parola. Però ci sono anche situazioni in cui “le immissioni moleste” danno origine a lunghe guerre di condominio. Ebbene, l’integrazione passa anche per la cucina. I “nuovi arrivati” portano un ampio bagaglio culturale assai diverso da quello italiano e la cucina asiatica o africana ne è prova. Perché per noi tutti la così detta “cucina della mamma” è la migliore e i
gusti primordiali non si possono cancellare. Si possono al massimo educare. Cisi aggiungono anche gli innumerevoli negozi etnici che vendono tutti gli ingredienti che fanno sentire a casa coloro che ne sono lontani. Una sorte di cordone ombelicale difficile da tagliare. Con il passare degli anni gli italiani hanno imparato ad amare anche la cucina etnica, tanto che oggi i ristoranti etnici sono molto apprezzati. Da un’indagine condotta dall’associazione degli
amministratori di condominio è emerso che tra i motivi di litigio tra condomini, uno dei più frequenti è dato dagli odori della cucina etnica. L’articolo 844 del Codice Civile stabilisce che “l’immissione non può essere impedita a meno che non superi la normale tollerabilità rilevata nel contesto di riferimento”. Una tollerabilità che è impossibile da inquadrare e quindi gli odori della cucina etnica sono del tutto “legittimi”. La diversità delle persone e delle culture si rileva quindi anche nei gusti e nei profumi e ciò che per un individuo risulta piacevole, per un altro potrebbe essere fastidioso e sgradevole. Tocca a noi
trovare una conciliazione che stavolta potrebbe essere dettata dalle leggi della
buona convivenza. La guerra tra il pollo al curry e il soffritto di cipolle non ha senso.

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