I clandestini danneggiano l’immagine dell’Italia, parola di ministro!

Articolo pubblicato nell'inserto Chiamami Cittadino n.613/2009 del giornale Chiamami Città
 
E’ difficile capire come mai l’Italia, un concentrato di bellezze architettoniche conservate da remoti tempi, di artisti famosi in tutto il mondo, di paesaggi mozzafiato spesso ritrovati come componente scenografica di tanti celebri film, la bella Italia con il suo mare e le sue cime innevate, con il suo buon cibo e vino
non è più una meta sognata da tanti turisti volonterosi di investire i loro risparmi annuali in una vacanza. Alcuni potrebbero pensare che gli alberghi in Italia siano fatiscenti o che i servizi offerti non siano all’altezza dell’aspettativa. Oppure che i prezzi siano troppo alti e una famiglia dovrebbe indebitarsi per una settimana in questo meraviglioso paese. Un’altra ipotesi che potrebbe far allontanare i turisti dal territorio italiano è che tante volte i siti web mettono a disposizione informazioni su un albergo o un servizio offerto, con tanto di foto
allegate, che si rivelano lontane dalla realtà nel momento dell’arrivo. O forse il noleggio di un ombrellone con due lettini ha un prezzo troppo salato rispetto al prezzo praticato in riva ad altri mari? Per non parlare del fatto che tanti posti in Italia sono sprovvisti della ormai indispensabile copertura internet tanto necessaria anche durante le ferie? O che prendere il taxi è diventato un lusso in Italia? Noleggiare una macchina una follia. I musei chiusi nei giorni festivi. I trasporti pubblici insufficienti.
La risposta è no, secondo il neo ministro Brambilla non c’è nessuna relazione tra queste ipotesi e la mancanza di turisti in Italia.
Il problema è che in Italia c’è un clima di insicurezza a causa della microcriminalità diffusa: scippi, furti, rapine. I responsabili di questa situazione sono sempre loro, gli immigrati clandestini. Gli immigrati clandestini sarebbero anche responsabili di un danno d’immagine arrecato all’Italia. Suppongo che il ministro del turismo abbia voluto giustificare, usando anche l’argomento del danno al turismo, la recente politica dei respingimenti in mare degli immigrati. Non esprimo giudizi in merito, però mi permetto una riflessione.
Premesso che l’immagine di un paese è soprattutto quella offerta negli incontri internazionali dai suoi rappresentanti e non dai clandestini rinchiusi in veri “campi di concentramento”, come definisce il nostro presidente del consiglio i Centri di Identificazione e Espulsione, mi chiedo: “Come mai la gente continua ad andare in Egitto, Yemen, Siria, Thailandia, Madagascar, Tunisia, Colombia, Turchia, Brasile, ecc, posti famosi per non essere proprio calmi e sicuri?”

Nessun commento: